DUE MODELLI DI COMUNICAZIONE A CONFRONTO
Sapevate che più è alto il grado di confidenza e peggiore è la nostra comunicazione?
Una ricerca dell’Università di Chicago afferma chiaramente che quando parliamo con qualcuno che conosciamo bene aumentano le probabilità di essere fraintesi.
Effettivamente, è naturale aspettarsi comprensione da qualcuno che sa chi siamo, come la pensiamo, quali sono le nostre idee sul mondo e sulla vita…
o forse lo diamo per scontato?
Sembra proprio che sia così: diamo per scontato che un nostro amico ci capisca e, di conseguenza, ci sforziamo meno per farci capire.
In pratica, in presenza di un conoscente diventiamo un po’ presuntuosi: sopravvalutiamo le nostre abilità comunicative e presumiamo che il nostro interlocutore sia talmente in sintonia con noi da interpretare il nostro messaggio come se vedesse le cose dalla nostra stessa prospettiva.
Parlando con persone estranee, invece, la nostra comunicazione diventa più lineare, sequenziale e logica. Tuttavia c’è il rischio di perdere in genuinità e immediatezza.
Il segreto di un grande comunicatore, e quindi di un grande leader, sta proprio in questa capacità di arrivare a tutti, trasmettendo con chiarezza un messaggio e, allo stesso tempo, di creare quella situazione di intimità che solitamente c’è con una persona amica.
Con gli amici siamo più connessi emotivamente che non con uno sconosciuto: nell’ambiente di lavoro o durante una trattativa lo siamo ancora meno e questo può rappresentare un limite perché quello che rimane di ciò che diciamo non è tanto il contenuto quanto piuttosto la convinzione, la voglia di trasmettere qualcosa, la passione che ci mettiamo nel farlo.
Nota: non mi è molto chiaro il legame tra il “limite” e la “convinzione”. Limite inteso come potenziale barriera emotiva in grado di intaccare il trasferimento di un messaggio, ammantandolo di poca genuinità, o il trapelare l’idea di voler indurre l’interlocutore a fare qualcosa che vede quasi come una forzatura perché non ne percepisce il valore (prodotti, idee, convinzioni, etc.)
Un vero leader quando comunica riesce a far trasparire la sua integrità, a trasmettere i suoi valori, e risulta “vero” perché carica le sue parole di un significato emotivo.
Avete mai notato che quando parliamo con una persona estranea siamo più inclini ad ascoltare e a fare domande?
È normale perché non conoscendola è di primaria importanza per noi comprendere il suo punto di vista.
Occorre, soprattutto quando si parla in pubblico o si guida un meeting, lasciare spazio alle domande altrui; a volte bisogna saper stimolare buone domande e rispondere cercando di capire la prospettiva di chi le pone, incentivare la circolazione delle idee.
Per fare tutto questo, non servono paroloni altisonanti o frasi costruite ad arte: le tecniche di public speaking e le strategie di comunicazione persuasiva certo servono, ma saranno vane se saremo concentrati più su noi stessi che sugli altri.
Il tuo coach,
Giovanni